Un gigantesco meteorite delle dimensioni di quatto Everest contro la Terra: le conseguenze della collisione.
Non è raro che la Terra, lungo la sua orbita, vada a scontrarsi con frammenti di metallo e pezzi di roccia. Questi ultimi vengono convenzionalmente chiamati meteoriti e sono il frutto della disgregazione del nucleo di una cometa, o piccoli asteroidi che hanno perso la rotta o ancora rocce provenienti da Marte e dalla Luna.
Quando un meteorite entra in collisione con la Terra sono due le eventualità che possono palesarsi e dipendono dalla dimensione della roccia. Nel caso di meteoriti piccoli, la collisione con l’atmosfera Terra ne aumenta la temperatura fino a vaporizzarlo. Consumandosi in aria prima di arrivare al suolo forma una scia luminosa nel cielo, visibile a occhio nudo, andando così a formare quelle che convenzionalmente chiamiamo stelle cadenti.
Nel caso di meteoriti di grandi dimensioni il contatto con l’atmosfera terrestre, pur rallentandoli, non influisce sulla loro consistenza tanto che l’impatto con la Terra può avere conseguenze disastrose.
L’impatto di un meteorite di grandi dimensioni può avere conseguenze disastrose per la Terra, ne è una testimonianza quanto accaduto 3 miliardi di anni fa. In quel caso tuttavia, nonostante lo scenario apocalittico della collisione, la caduta del meteorite favori la proliferazione della vita sulla terra.
Questo almeno è quanto emerso dalle ricerche di un gruppo di lavoro dell’Università di Harward, guidato da Nagja Drabopn. Il team di ricercatori ha pubblicato la propria scoperta su una nota rivista accademica degli Stati Uniti d’America.
Analizzando delle rocce provenienti dalla cintura di rocce verdi di Barberton, in Sud Africa, è emerso che 3,26 miliardi di anni fa la Terra p stata colpita da un meteorite di circa 50 km di diametro, ben 200 volte più grande rispetto a quello che successivamente pose fine alla vita dei dinosauri.
Analizzando i residui di metalli, polvere e ipotesi gli scienziati hanno capito che l’impatto fece ribollire i mari e generò un gigantesco tsunami. L’impatto è stato chiamato S2 e oggi scopriamo che non ha avuto solo conseguenze negative.
Durante la caduta si vaporizzò in alcune parti, iniettando nutrienti come fosforo e zolfo nell’atmosfera e mescolando le acque oceaniche, portando ferro negli strati superficiali. In questo modo favorì la fioritura di microbi che a loro volta innescarono il ciclo del ferro.
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