Il canone RAI avrà di nuovo un costo di 90 euro all’anno. Per quale motivo non si potrà più beneficiare della riduzione? Ecco la verità.
La Legge di Bilancio 2025 contiene una novità che ha causato sconcerto e rabbia tra i contribuenti. Dal prossimo anno, infatti, il Canone RAI verrà nuovamente addebitato in bolletta elettrica con un costo di 90 euro, annullando così la riduzione a 70 euro attuata nel 2024.
A meno che non intervenga una nuova modifica legislativa, le famiglie dovranno fare i conti con l’aumento dell’imposta. Per l’anno in corso, invece, era stato disposto un taglio di 20 euro, per aiutare i contribuenti già stremati dall’incremento dell’inflazione e del costo dei beni di prima necessità.
In molti avevano sperato in un cambiamento permanente, ma la diffusione del testo della recente Manovra finanziaria ha spento ogni barlume di speranza. Per questo motivo, i contribuenti auspicano in un emendamento da parte di Camera e Senato, affinché l’importo dell’odiatissima tassa venga mitigato.
Come abbiamo anticipato, le famiglie temono che il Canone RAI possa aumentare del 28% rispetto al 2024 e risalire a 90 euro all’anno. In passato, ci sono già stati accesi dibattiti sull’obbligo di pagamento dell’imposta, con numerose istanze di riduzione o, addirittura, di abolizione.
La maggior parte dei contribuenti lamenta anche la modalità di pagamento del canone, che viene addebitato direttamente sulla bolletta dell’energia elettrica. In realtà, questa modalità è stata inserita nel 2016 proprio per combattere l’evasione e garantire l’adempimento da parte di tutti coloro che possiedono un apparecchio televisivo. Alla luce della crisi economica che ha investito il nostro Paese negli ultimi anni, tuttavia, sono in molti a sperare che la tassa venga separata dalla bolletta.
Ma per quale motivo il Governo ha deciso di non rinnovare il taglio del canone RAI a 70 euro? Secondo gli esperti potrebbe trattarsi di un piano ben preciso per destinare le risorse economiche ad altri ambiti. Il canone, inoltre, è essenziale per finanziare il servizio pubblico radiotelevisivo e una riduzione definitiva potrebbe mettere a dura l’azienda.
Troppi italiani, però, ritengono che tale imposizione sia ingiusta e sproporzionata e premono affinché le istituzione prendano provvedimenti, magari introducendo un meccanismo più efficiente e trasparente, che determini l’importo da pagare sulla base del reddito percepito dai possessori di televisori. Una rimodulazione del canone RAI, che tenga conto anche di tali elementi, potrebbe incentivare gli interessati ad adempiere e ad avvertire la tassa come equa.
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