È possibile anticipare l’accesso alla pensione di ben 16 mesi rispetto al termine ordinario. A chi è concesso smettere di lavorare a 66 anni?
Nonostante moltissimi contribuenti sperassero in un’efficace riforma delle pensioni già dal prossimo anno, la nuova Legge di Bilancio non ha previsto cambiamenti significativi all’attuale sistema previdenziale. Il Governo, infatti, ha semplicemente riconfermato alcuni strumenti di flessibilità in uscita in scadenza il prossimo 31 dicembre.
Anche nel 2025, dunque, si potrà andare in pensione con Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna. Sono state, però, introdotte due agevolazioni destinate ad avere un forte impatto su coloro che sono prossimi al raggiungimento dei presupposti per il congedo definitivo tramite la pensione di vecchiaia. Quest’ultima, infatti, sarà accessibile già a 66 anni, con 16 mesi di anticipo. Vediamo di cosa si tratta e a chi sono rivolti i benefici.
Pensione a 66 anni: il metodo infallibile per ottenerla
La Legge di Bilancio 2025 ha stabilito che alcune categorie di lavoratori potranno ottenere delle agevolazioni sui requisiti per la pensione di vecchiaia. Potranno, innanzitutto, accedere ai vantaggi coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996 (cd. contributivi puri).
Per tale categoria di contribuenti, oltre all’età anagrafica di 67 anni e a quella contributiva di 20 anni, è richiesto anche il raggiungimento di un assegno mensile pari almeno all’importo dell’Assegno sociale (ammontante a 534,40 euro per il 2024).
La prima novità introdotta dalla Legge di Bilancio consiste nella possibilità di maturare quest’ultimo presupposto anche tramite la rendita della pensione complementare; si potranno, cioè, utilizzare pure i versamenti accreditati presso i Fondi pensione integrativi.
La misura potrà essere usata non solo per accedere alla pensione di vecchiaia ma anche alla pensione anticipata contributiva.
Quest’ultima prevede condizioni abbastanza stringenti, tra cui il raggiungimento di un assegno pensionistico pari almeno a tre volte l’Assegno Sociale (ossia circa 1.620 euro). Grazie all’innovazione, tale importo potrà essere raggiunto più facilmente.
L’altra novità, invece, riguarda le lavoratrici con figli, che potranno beneficiare di uno sconto sul requisito anagrafico, pari a quattro mesi per ciascun figlio, fino a un massimo di sedici mesi. In questo modo, potranno smettere di lavorare e usufruire della pensione di vecchiaia anche prima dei 66 anni.
L’agevolazione, tuttavia, non è valida per la pensione anticipata contributiva, per la quale rimane attivo il presupposto dei 64 anni di età e dei 20 anni di contributi, con lo sconto massimo di dodici mesi per le donne con almeno tre figli avuti.