Per accedere a Quota 103 sono necessarie un’anzianità anagrafica e contributiva. Come rimediare a periodi scoperti da versamenti?
Quota 103 è uno strumento di pensione anticipata, prorogato dalla Legge di Bilancio 2025, che permette di uscire dal mondo lavorativo con 62 anni di età e 41 anni di contributi. L’adesione a tale misura, tuttavia, è subordinata a una serie di considerazioni, visto che comporta delle penalizzazioni per i pensionati.
In particolare, chi opta per Quota 103 deve sottostare al ricalcolo completamente contributivo dell’assegno, il che si traduce, per coloro che hanno iniziato a versare contributi prima del 1996, in un taglio sostanzioso dell’importo spettante. Fino al compimento dei 67 anni di età, inoltre, l’ammontare mensile riconosciuto non può essere superiore a una somma pari a quattro volte il trattamento minimo INPS, ossia 2.247 euro lordi. Di conseguenza, se la pensione è più ricca, subirà un taglio fino al raggiungimento dei 67 anni di età. Solo a partire da tale momento, verrà pagata la somma piena.
Un dubbio molto diffuso tra gli interessati alla pensione anticipata riguarda la possibilità di usufruire del vantaggio pur avendo maturato i 41 anni di anzianità contributiva ma con periodi scoperti da versamenti. Cosa succede in tal caso? Si possono riscattare? Scopriamolo.
Anche nel 2025 si potrà smettere di lavorare prima del raggiungimento dei 67 anni di età e 20 di contribuzione previsti per la pensione di vecchiaia. L’ultima Manovra finanziaria, infatti, ha confermato non solo Ape Sociale e Opzione Donna ma anche Quota 103.
In via sperimentale, inoltre, ha previsto la cd. pace contributiva, grazie alla quale i lavoratori potranno riscattare fino a sessanta mesi di periodi scoperti da versamenti. L’agevolazione, tuttavia, è riservata ai contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996. Come fare, dunque, se sono stati maturati 41 anni di contributi per Quota 103, ma si hanno dei buchi?
In realtà, non occorre avvalersi di alcuno stratagemma se si possiedono almeno 35 anni di lavoro effettivo (ad esclusione, cioè della contribuzione figurativa). Di recente, inoltre, è intervenuta anche una sentenza della Corte Costituzionale, che ha chiarito come sia illegittimo non consentire agli aderenti a Quota 103 di riscattare i periodi scoperti da contribuzione. Al momento, tuttavia, l’INPS non ha ancora recepito l’orientamento dei giudici e bisognerà attendere una comunicazione ufficiale dell’Ente.
In ogni caso, consigliamo ai Lettori di valutare attentamente tutti i requisiti per aderire all’anticipo pensionistico, dato soprattutto il ricalcolo dell’assegno ed, eventualmente, attendere la pensione di vecchiaia, nel caso in cui la penalizzazione sia eccessiva.
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