La Manovra finanziaria ha ridotto notevolmente la possibilità di richiedere le detrazioni per i figli a carico che hanno compiuto una certa età.
Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 in tema di detrazioni per figli a carico hanno suscitato una serie di perplessità e polemiche. Il Governo ha dichiarato di voler porre definitivamente un freno al fenomeno dei cd. bamboccioni, di cui si è spesso parlato nelle precedenti legislature.
Per consentire allo Stato di risparmiare circa 320 milioni di euro all’anno e favorire l’uscita dei giovani dal nucleo familiare di appartenenza, è stato deciso di eliminare le detrazioni per coloro che hanno superato una determinata soglia di età.
Il mancato entusiasmo intorno alla misura da parte delle famiglie sembrerebbe giustificato dalla paura che possa esserci un aumento della pressione fiscale, con l’introduzione di nuovi oneri. Vediamo, dunque, chi potrà continuare a richiedere le detrazioni e quali conseguenze avrà il nuovo sistema sulle finanze familiari.
Addio alle detrazioni fiscali per i figli che hanno più di 30 anni. Il beneficio, infatti, potrà essere richiesto solo per i figli di età compresa tra i 21 e i 29 anni, a eccezione di quelli affetti da disabilità che, invece, potranno continuare a riceverle a prescindere dal requisito anagrafico.
Resta confermato il limite reddituale affinché i figli possano essere considerati fiscalmente a carico dei genitori, ossia:
L’importo della detrazione è pari a 950 euro, ma viene decurtato in maniera progressiva, fino ad annullarsi, all’aumentare del reddito totale della famiglia e del numero di figli a carico. La detrazione spetta in misura maggiore per i figli minori di 3 anni. Al momento, le detrazioni per i figli minori di 21 anni rientrano nell’Assegno Unico e Universale, mentre quelle per i figli più grandi si applicano secondo lo schema che abbiamo pocanzi illustrato.
Ma era davvero necessario eliminare i benefici fiscali per i figli a carico con più di 30 anni? Sempre più giovani italiani vanno via di casa dopo i 34 anni (circa il 63%, secondo i dati ISTAT). Tra di essi non vi sono solo studenti, disoccupati e ragazzi in cerca di lavoro, ma anche lavoratori che, purtroppo, ricevono uno stipendio troppo basso, inidoneo a sostenere tutte le spese necessarie per l’autonomia.
Per il Governo Meloni, l’abolizione delle detrazioni fiscale incentiverebbe l’uscita dal nucleo familiare di origine e favorirebbe la creazione di nuove famiglie. Non resta che attendere, per vedere se tale previsione verrà soddisfatta.
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