Prossimamente potrebbe arrivare l’addio definitivo ai requisiti pensionistici imposti dalla Legge Fornero. Quali saranno le conseguenze?
La tanto attesa Riforma delle Pensioni, promessa durante la campagna elettorale, non è ancora stata messa a punto e, probabilmente, il Governo non riuscirà a realizzarla entro la fine della legislatura. Molti lavoratori, inoltre, si chiedono quando saranno inseriti gli strumenti pensionistici per cancellare la Legge Fornero del 2011.
La Manovra finanziaria non ha predisposto nuove misure di flessibilità in uscita e, dunque, anche per il 2025 coloro che desiderano andare in pensione in anticipo dovranno accontentarsi di Quota 103, dell’Ape Sociale e di Opzione Donna.
In futuro, tuttavia, i lavoratori potranno definitivamente usufruire del pensionamento con requisiti meno rigidi rispetto a quelli imposti dalla Legge Fornero, come ha suggerito la stessa ex Ministra, ideatrice della Riforma, durante un’intervista a La7. A tal fine, sarà necessario il passaggio completo dal sistema retributivo a quello contributivo. Ma analizziamo la situazione nel dettaglio e vediamo quale sarà il futuro della maggior parte dei lavoratori.
Il Governo ha rinnovato Quota 103, la misura pensionistica accessibile da coloro che hanno maturato almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi. Nel 2024, tuttavia, tale strumento non ha sortito gli effetti desiderati perché le domande di adesione sono state inferiori alle aspettative.
Il motivo risiede nella penalizzazione economica a cui vanno incontro i pensionati, a causa del ricalcolo completamente contributivo dell’assegno. Quota 103, dunque, non può essere una valida alternativa alla Legge Fornero. Ma è davvero possibile, attualmente, superare i requisiti imposti da quest’ultima?
Secondo le dichiarazioni del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Ginacarlo Giorgetti, non ci sarebbero le condizioni finanziarie e sociali. La Riforma Fornero era stata ideata per superare la crisi economica del 2011 e controllare la spesa pubblica. Dopo anni, purtroppo, il sistema pensionistico italiano non è ancora pronto alla svolta, questa volta a causa dell’invecchiamento della popolazione.
Eliminare la Legge Fornero comporterebbe una pressione economica eccessiva per lo Stato. Una vera e propria svolta sarà possibile solo dopo il tramonto definitivo del sistema retributivo, a vantaggio di quello contributivo. Chi usufruisce del primo meccanismo, può contare su un assegno pensionistico più elevato, perché calcolato non solo sui contributi versati ma anche sugli ultimi stipendi; allo stesso tempo, però, tale sistema comporta un costo superiore per lo Stato.
Con il passaggio al contributivo, invece, le pensioni saranno più basse e si potrà pensare di diminuire l’età pensionabile, perché la spesa per l’anticipo sarà sostenuta dagli stessi contribuenti e non graverà sulle finanze pubbliche.
In conclusione, bisognerà bilanciare la flessibilità in uscita e la sostenibilità finanziaria per eliminare la Legge Fornero e attendere il passaggio al sistema contributivo per il quale, al momento, non ci sono date certe.
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