Anche il prossimo anno si potrà andare in pensione in anticipo a soli 64 anni, grazie a questi 3 fantastici strumenti.
Per la pensione di vecchiaia ordinaria sono richiesti almeno 67 anni di età e 20 di contributi. Il nostro sistema previdenziale, tuttavia, prevede anche delle misure per anticipare l’uscita definitiva dal mondo del lavoro.
In particolare, per coloro che hanno almeno 64 anni di età, ci sono ben tre scorciatoie, nonostante i requisiti richiesti siano abbastanza restrittivi. In ogni caso, si tratta di un incredibile vantaggio, se si pensa che l’età pensionabile è destinata ad aumentare nei prossimi anni. Tantissimi lavoratori, infatti, rischiano di dover attendere i 68 anni per poter ottenere il congedo definitivo.
Ma vediamo quali sono i metodi per smettere di lavorare con ben tre anni di anticipo e a quali categorie di contribuenti sono riservati.
Lo strumento più utilizzato per uscire in anticipo dal mondo del lavoro è la pensione anticipata contributiva, riservata a coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996, ossia i cd. contributivi puri. Per usufruirne nel 2025, sarà necessario che l’importo della pensione sia superiore a 3 volte quello dell’Assegno Sociale. Quest’ultima prestazione ammonta a 534,41 euro al mese ma, dal prossimo anno, potrebbe salire a 540 euro, per effetto della rivalutazione al tasso di inflazione.
In pratica, sarà necessario maturare una pensione mensile di almeno 1.600 euro lordi. Ci sono, però, delle agevolazioni per alcune categorie di contribuenti. In particolare, per le lavoratrici madri con un solo figlio è sufficiente che l’importo dell’assegno pensionistico sia pari a 2,8 volte l’Assegno Sociale, mentre per quelle con due o più figli la soglia scende a 2,6 volte.
Il secondo metodo per andare in pensione a 64 anni è stato inserito nella Legge di Bilancio 2025 e consiste nella facoltà di usare la rendita dai Fondi pensione integrativi per maturare il requisito economico per la pensione anticipata contributiva. Usando tale rendita, dunque, i lavoratori raggiungerebbero in maniera più semplice l’assegno di 1.600 euro, necessari per accedere alla misura.
L’ultimo strumento per andare in pensione a 64 anni e con 20 anni di versamenti previdenziali è la cd. pace contributiva. Si tratta della soluzione preferibile per coloro che hanno dei buchi contributivi da colmare. In particolare, i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 possono sopperire ai periodi scoperti collocati tra l’anno del primo accredito e il 31 dicembre 2023, entro un massimo di 5 anni di vuoti.
La pace contributiva, infine, non è utile solo per raggiungere più facilmente il requisito contributivo per la pensione, ma anche per aumentare l’importo dell’assegno spettante.
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